Il settore, vittima di agguerrite lobby, portatrici di voti e di favori, dopo anni di inazione delle istituzioni, ha scoperto che al posto del favoloso lungo mare di Roma, Ostia, i cittadini si sono ritrovati man mano, complici le palizzate, muri, cancelli, ecc., , inconsapevolmente, un triste
lungo muro, rinunciare, così, non solo allo spettacolo ma addiriittura l'accesso al mare, alla faccia di tutte le prescrizioni comunali e regionali.
Ormai, anni di incrostrazioni, errori nelle concessioni, favoritismi, ecc avevano creato un fiorire di parcheggi abusivi, chioschi abusivi, ristorantini abusivi. Come contraltare hanno gli stabilimenti balneari che hanno occupato ogni centimetro delle spiagge di Ostia. Anche loro, attraverso l'uso elusivo delle regole vigenti o almeno con la "benevolenza" di qualche cosca locale. Così come resistono, da anni, case abusive costruite a pochi metri più indietro, invadendo, inquesto caso, la tenuta presidenziale di Castelporziano.
Affidare la gestione dei piccoli e piccolissimi, il 90% degli 8,100 comuni italiani, nelle mani di sindaci, assessori, consiglieri tecnicamente impreparati in contesti con scarse risorse e limitate conoscenze tecnico economiche organizzative rappresenta un atto di stupidità economica che produce, per esempio, una chiara avversione a realizzare le unioni dei comuni, con il risultato di attivare politiche elusive di corto respiro rubando il futuro dei nostri figli.
Se non per dolo almeno per ignoranza.
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