sabato 6 dicembre 2014

Mare, la insipienza delle istituzioni

Niente e nessuno ferma lo sporco che si forma a mare in alcuni giorni, anche di inverno. E nessuno si preoccupa di trovare le possibili cause se non la Procura della Repubblica. In un recente documento, datato maggio 2014, pubblicato in pieno avvio della stagione estiva ed ignorato dalla maggior parte della stampa locale, il GIP di Paola scrive nelle considerazioni finali relative ad un provvedimento di messa sotto accusa di alcuni gestori dei depuratori di alcune località a cavallo di San Nicola Arcella: "l'immissione nelle acque marine di migliaia di tonnellate di liquami non trattati, e l'andamento delle correnti marine, hanno
prodotto il permanere , documentati per mesi e mesi di "strisce" ripugnanti lungo la costa e nei pressi delle spiagge che hanno compromesso il turismo, hanno reso scarsamente praticata la balneazione".
L'accusa è "frode nell'esecuzione dei contratti per la gestione degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane" "mediante scarichi ripetuti e continuati di acque reflue non depurate miste ai fanghi, cosi determinando (con l'aggiunta di concentrazioni elevatissime di cloro attivo libero ed altre sostanze chimiche nello scarico effettuato in acque marine) dolosamente un disastro ambientale interessante il tratto marino del mar Tirreno ricompreso tra Tortora ed Amantea (ca. 100 km), nel quale insistono ben due parchi marini regionali (Scogli di Isca e Riviera dei Cedri) con interessamento dei comuni di Amantea, Belmonte C, Praia a Mare, Diamante e Acquappesa) e varie aree marine S.l.C. (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) ricomprese tra i comuni di Scalea, Praia a Mare, Diramante, Cetraro, Belmonte C. ed Amantea - habitat ad alta biodiversità, con la presenza di praterie di Posedonia oceanica e nursey per i pesci - con grave ed irreparabile compromissione dello habitat sottomarino, mediante l'accumulo di svariate migliaia di metri cubi di fanghi". Nel giudizio si sono costituite Parti civili un gran numero di cittadini, le istituzioni locali, compresi i sindaci dei comuni rivieraschi, ma non San Nicola Arcella, la più colpita,  il cui benessere economico, attualmente, dipende solo dalla limpidezza del proprio mare. Per intanto il dirigente del settore Ambiente e Demanio Idrico della Provincia di Cosenza ha emesso, in questue ultime settimane decine di concessioni ai comuni montani della costa tirrenica per autorizzarli a scaricare a mare i propri reflui attraverso i canali di bonifica, i ruscelli e i fiumi viciniori.

per il resoconto completo:

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