"Molti organi di informazione hanno denunciato per anni le chiazze gialle o marroni in mare, hanno seguito
da vicino la vicenda di San Sago e non sono stati rari i casi in cui, alle minacce più o meno esplicite, si sono dovuti aggiungere gli attacchi di chi tacciava un servizio pubblico come “terrorismo mediatico”.
Insomma l’annoso e ancora non risolto contrasto tra il diritto di cronaca su temi quali l’inquinamento ambientale o i rischi per la salute pubblica e la salvaguardia di interessi economici, nella fattispecie turistici. Una salvaguardia, a modo di vedere di chi scrive, fraudolenta nel momento in cui è intesa come “Non dire” per non rovinare l’immagine di un territorio.
Noi non siamo d’accordo. Crediamo che a rovinare l’immagine del territorio siano imprenditori senza scrupoli che minacciano un area SIC attraendovi il veleno di mezz’Italia e buttandolo letteralmente a mare. Imprenditori che, in alcuni casi, hanno come stampelle inconsapevoli parti delle istituzioni quali amministratori che intimano il silenzio o agenzie per l’ambiente che forniscono analisi delle acque rassicuranti per la buona pace dei turisti.
Se tanto ci dà tanto, nell’eterno, irrisolto, e forse irrisolvibile dilemma tra il diritto di cronaca e la tutela ambientale noi ci schieriamo con il primo, convinti che sia funzionale alla seconda."
Una straordinaria strada si aprirà per lo sviluppo del Tirreno Cosentino solo se si romperà l'esistente e pesante giogo tra informazione e politica (sic!).
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