domenica 24 marzo 2013

Aumenta il divario tra Nord e Sud. La metà dei contribuenti italiani non supera il reddito di 15.723 euro. I  40.931.972 di contribuenti producono  il con un gettito complessivo pari a  804,5 mld, con un reddito medio di 19.660 euro. La Calabria contribuisce con 1.220.817 contribuenti  con un reddito medio  14.230 euro, contribuisce con 17,2 mld, il 2,95% del totale.  La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (23.210 euro). Circa 9,7 milioni di contribuenti hanno imposta netta Irpef pari a zero.  Questi dati però non tengono conto dei guadagni in "nero". È quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche relative all’anno d’imposta 2011, pubblicate dal ministero dell’Economia.

I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 42.280 euro mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.844 euro contro un reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti pari a 20.020 euro. Il reddito medio dei pensionati risulta pari a 15.520 euro. Il reddito medio da partecipazione è pari a 16.670 euro. Rispetto all’anno d’imposta 2010 i redditi medi d’impresa (+3,7%), da pensione (+3,6%) e da lavoro autonomo (+2,3%) crescono più del reddito medio complessivo (+2,1%), mentre il reddito medio da lavoro dipendente (+1,1%) e da partecipazione (+1,0%) crescono meno.
Relativamente al reddito d’impresa, il settore «manifatturiero» cresce del +3,2% rispetto al 2010, il settore «commercio all’ingrosso e dettaglio» +1,1% e il settore «attività di servizi di alloggio e ristorazione» +6,4%. Il settore delle «costruzioni» continua ad avere una contrazione (-2%).
Tra le curiosità, circa 100.000 soggetti hanno dichiarato di possedere seconde case all’estero per un valore di circa 21 miliardi di euro. A 18,5 miliardi di euro ammontano le attività finanziarie detenute all’estero dichiarate da 71.000 contribuenti.
Secondo l’Agenzia delle Entrate il valore dell’evasione fiscale in Italia è pari a 125 miliardi di euro di imposte, Per quanto attiene il mondo degli autonomi, l’evasione raggiunge un tasso del 32,8% nel settore agricolo (soprattutto a causa del lavoro nero), del 20,9% nei servizi e del 12,4% nell’industria.
Il turismo e la ristorazione sono un caso a se stante, con un tasso di evasione che sarebbe superiore a quota 50%, per un valore complessivo di 36 miliardi di euro non dichiarati e danni per l’Erario pari a 13,5 miliardi di euro (stima Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia)

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