“Solo vergogna è quella che un cittadino può provare di fronte allo scempio ambientale e storico determinatosi in seguito al crollo di un muro perimetrale del Fortino Napoleonico di Cirella, che era lì, in piedi, da più di duecento anni”. A sottolinearlo in un comunicato stampa, è Francesco Errico (Presidente Associazione Culturale Cerillae). “ Ma la vergogna più grande – fa presente Francesco Errico – la dovrebbero provare gli amministratori pubblici preposti alla tutela del patrimonio di questa nostra martoriata terra: in primis l’Amministrazione comunale di Diamante, unico ente legalmente preposto alla tutela dei beni presenti in ambito comunale, e poi tutte le varie Soprintendenze che dovrebbero salvaguardare il territorio, ma che di fatto sono pressoché silenti. Ed il fatto diventa ancora più vergognoso se si considera che l’Associazione Culturale Cerillae [ .... ] da più di dieci anni sta
segnalando (al vento) che i Ruderi stanno crollando a pezzi giorno dopo giorno, che il Teatro è infestato da ladri e teppisti senza alcuna sorveglianza, che i lavori del Monastero non si sa che fine abbiano fatto, che il Mausoleo, nonostante una procedura d’esproprio e tanti soldi spesi, è ancora un bene non utilizzato perché l’accesso risulta sempre chiuso, l’illuminazione funziona a giorni alterni e male e la pulizia non viene effettuata sistematicamente; così come sta segnalando da anni il pericolo di crollo delle mura perimetrali del Fortino napoleonico, che proprio quest’estate erano state fatte controllare da un nostro ospite, il prof. Malacrino, docente di architettura all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il quale – conclude Francesco Errico – si era accorto della gravità del problema ed aveva proposto alcuni suggerimenti tecnici per la salvaguardia del bene.Tutte parole al vento. Al Sindaco di Diamante, che all’inizio della precedente campagna elettorale (ovvero più di cinque anni fa) dai balconi sbandierava ai quattro venti che i Ruderi avrebbero costituito la prima risorsa turistica di Cirella, vorremmo porre la seguente semplice domanda: nei suoi svariati anni di amministrazione, quali decisioni, quali progetti e quali interventi sono stati effettuati proprio relativamente ai Ruderi di Cirella Vecchia, che si stanno letteralmente sfaldando e riducendo in polvere? E poi vorremmo porne qualche altra ai vari assessori alla cultura e ai consiglieri di Cirella che negli ultimi cinque anni si sono succeduti nell’Amministrazione del nostro Comune: quale peso è stato dato alla salvaguardia del nostro grande patrimonio storico-artistico rispetto ai vari business messi in campo nei vari cantieri, nella gestione di parcheggi e in quant’altro? Il rapporto, probabilmente, è di1 a 100.000: ad ogni Euro speso per la salvaguardia dei beni storico-archeologici ne corrispondono, forse, 100.000 spesi per le altre opere. D’altronde, questo è il risultato a cui questa politica scellerata sta portando: quello che c’era e che rappresentava il nostro retroterra culturale si sta giorno dopo giorno perdendo, lasciando il posto ai manufatti cementizi di nuova generazione. Un popolo che distrugge il vecchio non ha storia, in tutti i sensi. Un popolo che non investe in cultura, non ha niente da offrire alle nuove generazioni, se non ignoranza e cemento da vendere. Siamo un po’ cattivi: forse, in nome del business, si sta aspettando che il tempo finisca di distruggere tutto, così poi alla fine, laddove oggi ci sono i Ruderi, domani sorgerà un bellissimo villaggio turistico, e laddove c’era il vecchio Fortino napoleonico, c’è la speranza che venga ricavato un altro spazio appetibile da concedere a qualche balneare di turno. E’ bello pensare che Diamante e Cirella siano i paesi del sole e del peperoncino e anche che ci siano tante belle nuove manifestazioni, come ad esempio “Calici Sotto le Stelle”, ma il crollo del Fortino Napolenico oggi, più che mai, ci ha aperto gli occhi e ci ha fatto capire che la bellezza e la bontà di un paese non si misurano in termini di manifestazioni di piazza e di immagini vuote da proiettare all’esterno: il bello ed il buono, come diceva Platone, sono il frutto delle azioni virtuose dell’uomo, il risultato della sua capacità di produrre conoscenza e di diffonderla. L’Associazione Culturale Cerillae, dal canto suo, negli ultimi dieci anni ha dato l’anima per la tutela, la salvaguardia e la promozione del territorio, conseguendo peraltro anche buoni risultati. Forse, però, oggi è venuto il momento di ripensare il tutto, mettendo da parte il vano ed il superfluo per agire con sempre maggiore determinazione e concretezza nell’unica direzione percorribile dall’associazione stessa: mobilitarsi e lottare concretamente per salvare il salvabile, stare vigili e attenti e stimolare costantemente l’opinione pubblica e gli enti preposti affinché la salvaguardia del territorio diventi cosa reale e tangibile e non lotta contro i mulini a vento, cosa che non ci appartiene e che preferiamo lasciare al nobile Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes.
Francesco Errico
Presidente Associazione Culturale Cerillae)
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