La riforma del sistema aeroportuale italiano, fa morire le speranze di ottenere per la aviosuperficie di Scalea il rango di “scalo” che qualcuno si era immaginato per l'aviosuperficie di Scalea si spengono. E, se l'intuizione di ricreare una pista d'atterraggio che durante la Guerra mondiale aveva funzionato nei pressi di quell'area, ora quella lunga lingua di asfalto di un chilometro e mezzo, pensata anche per l'atterraggio di voli di linea, resta un'area desolata se non c'è spazio per Crotone e, addirittura si chiudono le porte a Sibari, dove la popolazione residente è
certamente maggiore rispetto a Scalea e al suo circondario. Peraltro pensare che gli aerei di linea avessero potuto atterrare, in gran quantità come immaginato, avrebbe ucciso il turismo locale, se non altro per la impronta di rumore lasciata da ognuno delle decine di aerei che passano a 15- 20 metri di altezza sulla spiaggia in atterraggio. Se così fosse sarà più facile pensare che si possa affermare la proposta fatta nei mesi scorsi di riconvertire l'area in un centro fieristico e/o un luogo da adibire a spettacoli.
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