venerdì 20 settembre 2013

Aviosuperfice, neanche come deposito

La amministrazione comunale di Scalea ha avviato una azione giudiziaria tendente ad ottenere il rilascio degli immobili che avrebbero dovuto essere utilizzati come strutture operative della aviosuperficie e che, per mancato utilizzo dovuto alla inattivita' della struttura, sono stati dati in locazione ad un privato che li avrebbe dovuti utilizzare come deposito di materiale vario. La denunzia tende al recupero dei
canoni stabiliti dal contratto di locazione scaduti e e mai pagati. Il canone di locazione annuale, per una opera che e' costata era stato pattuito in 4.545 euro. Per una struttura che è' costata più di ventiquattro miliardi delle vecchie lire e che non è stata mai utilizzata per il suo scopo finale. Una vera e propria cattedrale nel deserto. Una struttura voluta dai quattordici comuni del Patto che hanno rinunciato ognuno alla propria parte di finanziamenti per realizzare un'opera che avrebbe dovuto cambiare le sorti del territorio. Una ulteriore fine ingloriosa come le decine di inimmaginabili porti turistici da 500 barche fantasma ogni conque miglia o le decine di strutture sportive, le decine di musei della civiltà contadine o eccetera eccetera opere programmate o realizzate e rimaste inutilizzate. Un ulteriore esempio di una classe politica che, a tutti i livelli, si è dimostrata incapace di immaginare e gestire progetti di sviluppo del proprio territorio.

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